Quali sono le caratteristiche del cashmere?

Caldo, morbido, molto raro e pregiato, il cashmere è senza dubbio uno dei tessuti migliori da portare indosso per la sua straordinaria morbidezza e innegabile bellezza. Ma da dove arriva e che cos’è il cashmere, esattamente? E, soprattutto, quali sono le sue principali caratteristiche? 

Il cashmere, o cachemire, è un tipo di lana pregiato, noto anche come vello d’oro e re delle fibre tessili - che possiede senza dubbio numerose proprietà e vantaggi spesso non tutti noti alle persone. Scopriamo, allora, tutto quello che c’è da sapere su questo filato di qualità e grande pregio, caratterizzato da una morbidezza e bellezza uniche. 

L’origine del cashmere

Il cashmere da dove viene? 

Partiamo dalle origini più antiche del cashmere: un tempo questo filato veniva lavorato da comunità di pastori dell’Asia centrale e costituiva per loro una risorsa necessaria per proteggersi dalle basse temperature di quest’area, che arrivavano anche a toccare i -40°C. 

Il cashmere da dove si ricava?

Attualmente questo filato viene ottenuto dal vello delle capre Hircus (Kashmir goats) della regione del Kashmir, situata tra Mongolia, Cina, India e Afghanistan. La versione più pregiata di questo tessuto, però, è originaria della Mongolia: qui, infatti, il tessuto risulta particolarmente fine, e le sue fibre arrivano a misurare qualche decina di micron.

La lavorazione del cashmere 

Il cashmere come si produce?

Per ottenere il cashmere, si comincia dalla pettinatura a mano del sottovello caprino, che risulta delicata e gentile, senza provocare dolore all’animale. In particolare, le capre Hircus producono due tipologie di manto a causa delle basse temperature e degli sbalzi termici tra giorno e notte a cui sono sottoposte durante l'inverno: il giarre, ossia lo strato superiore, spesso e ruvido, e il duvet, lo strato inferiore direttamente a contatto con la pelle, particolarmente soffice e morbido. In primavera, a causa delle temperature più miti, le capre cambiano il pelo naturalmente e i pastori procedono con la tosatura dello strato superiore per poi passare alla pettinatura, effettuata con pettini dai denti lunghi, grazie alla quale raccolgono le fibre più fini. Infine, i filamenti ottenuti vengono ulteriormente separati, perché il vero e proprio cashmere, utilizzato nella produzione di maglieria e accessori di lusso, si ottiene soltanto dal duvet.

Successivamente si procede con il lavaggio e la filatura, per finire poi con la tessitura.

Le caratteristiche del cashmere

Questa lavorazione consente di ottenere un prodotto morbido e di alta qualità, due tra le più note caratteristiche del cashmere.

Inoltre il cashmere tiene caldo e protegge dagli sbalzi di temperatura - è risaputo - infatti si tratta di una delle sue principali prerogative: tale fibra, inoltre, è dotata di un notevole potere di isolamento termico, in grado quindi di risultare molto più caldo ma allo stesso tempo più leggero della classica lana di pecora; queste proprietà di termoregolazione lo rendono quindi un tessuto versatile, adatto sia alle stagioni fredde che calde. Il cashmere è infatti anche molto traspirante e igroscopico, in quanto è in grado di assorbire perfettamente l'umidità e il sudore. 

Il segreto alla base degli svariati pregi e delle numerose proprietà del cashmere riguarda innanzitutto lo spessore estremamente ridotto di questo filato - pari a 15 microns e di gran lunga inferiore ai 24 della lana Merinos più pregiata in commercio – così come la presenza di una “camera d’aria” in grado di produrre naturalmente funzioni di termoregolazione e di traspirazione, impossibili da trovare in altri materiali e oggi imitate soltanto dalle fibre sintetiche di ultima generazione.

Sempre a proposito del cashmere e delle proprietà che lo caratterizzano, rispetto alla lana ovina, inoltre, questo filato risulta anche più lucido, brillante e morbido - sua caratteristica inconfondibile - e si infeltrisce con minore frequenza rispetto alla lana comune, poiché a contatto con l’acqua le sue fibre reagiscono allentandosi. Infine, essendo antistatico, tiene lontani i campi elettrostatici e anche il pulviscolo. 

Non solo: il cashmere è anche tra le fibre naturali più sostenibili sul mercato, accontentando così sia gli amanti dei prodotti di lusso che quelli più attenti all’ecologia e al rispetto del mondo animale.

Cashmere: i vantaggi rispetto agli altri filati

I vantaggi di indossare un capo in cashmere, dunque, includono le già citate leggerezza e morbidezza, nonché le sue caratteristiche di termoregolazione (mantiene il corpo a una temperatura costante), le sue proprietà ipoallergeniche (è infatti delicato a contatto con la pelle) e traspiranti (fa defluire umidità e sudore). Infine, è disponibile in moltissimi colori, il che va a incrementare la sua già nota versatilità. 

Infine, come accade per diversi altri tipi di lana, il cashmere pizzica e crea rossori sulla cute? Assolutamente no, questo filato infatti regala una sensazione di soffice morbidezza e comfort assoluti percepibili sia al tatto che a contatto con la pelle del corpo.  

Cashmere: come riconoscerlo? 

Resta dunque da capire come riconoscere il vero cashmere. Innanzitutto, bisogna leggere l’etichetta, anche se questa operazione potrebbe apparentemente confondere. Infatti, la parola cashmere è riportata con diciture varie (cashmere, cachemire, kascmir, kashmire, kashmere, WS ecc.); tutte queste denominazioni sono però valide e fanno riferimento a un unico prodotto, il cashmere appunto.

In secondo luogo, per sapere come riconoscere il cashmere si esegue un test tattile: questo filato, infatti, si distingue per la sua morbidezza senza paragoni. Infine, bisogna tenere a mente che la presenza di pallini è un fenomeno normale, che non intacca la qualità e autenticità del prodotto; essi, inoltre, sono facilmente eliminabili grazie all’apposito pettinino.

In aggiunta, un’imminente legge europea dovrebbe presto imporre a produttori e importatori di maglieria l’obbligo di indicare, per ogni prodotto, l’origine della materia prima, del filato, e del luogo di confezionamento del capo finito. Questo intervento legislativo dovrebbe facilitare il consumatore finale nel riconoscimento di un vero capo in cashmere.

Perché il cashmere è così pregiato?

Si sarà ormai capito che questo filato di estrema qualità risulta pregiato per una serie di motivi, che ne determinano anche un prezzo finale piuttosto elevato se paragonato a filati meno preziosi. A definirne il valore concorrono una serie di fattori: prima di tutto la rarità e preziosità di questo materiale, ma anche la lunghezza delle fibre, la loro purezza e il loro colore. I colori chiari, per esempio, risultano più pregiati rispetto alle tonalità più scure, che vanno dal marrone al grigio. La purezza e la lunghezza, invece, dipendono dallo strato di lanugine in lavorazione: il sottovello ospita i peli più corti e fini (vanno dai 15 ai 17 micron di diametro), da cui si ricava appunto il cashmere. La purezza è poi influenzata anche dall’accuratezza della pettinatura del vello e da quanto sono sottili le fibre ricavate. 

Bisogna tenere a mente che da una capra si ricavano mediamente soltanto 150-200 grammi di cashmere circa all’anno (rispetto ai 2 kg del mantello esterno): non deve stupire, dunque, che sia ritenuto un materiale così prezioso! 

Ovviamente, però, se mischiato con altre lane o filati meno pregiati, le proprietà e il valore del cashmere diminuiscono significativamente, il che porta anche inevitabilmente ad una riduzione del suo prezzo (oltre che della qualità).

La conservazione ottimale del cashmere

Con piccoli accorgimenti è possibile preservare un capo in cashmere al meglio, godendo della sua bellezza e morbidezza ancora più a lungo. Tra i consigli più utili per l’utilizzo di un capo in cashmere c’è quello di non indossarlo mai per due giorni di seguito e di lasciarlo riposare all’aria prima di usarlo nuovamente. Infine, dopo aver portato indosso e lasciato traspirare per un paio di giorni il capo in cashmere, è utile riporlo all’interno di un sacchetto in plastica per indumenti, in modo che le fibre di questo prezioso materiale siano sempre al riparo mantenendo la loro qualità intatta nel tempo.

Anche l’operazione del lavaggio richiede particolari accortezze; per approfondire questo punto leggete l’articolo blog che abbiamo dedicato all’argomento: Come lavare il cashmere.

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